Quel «modello» Portogallo importato nel Mezzogiorno
Il futuro del Sud, paradiso fiscale per i nonni
28/12/2018

Il futuro del Sud è quello di divenire un improbabile paradiso fiscale per i nonni? A immaginarlo sono il ministro dell’Interno Matteo Salvini e la Lega che hanno inserito nella manovra economica una norma, sul «modello Portogallo», con l’idea di poter richiamare dall'estero gli italiani già in pensione, per invitarli a spostare la loro residenza nel Sud Italia. Nel maxiemendamento trova posto la flat tax al 7% per i pensionati residenti all'estero da almeno 5 anni che scelgano di venire, o tornare, nei piccoli Paesi sotto i 20mila abitanti di Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia. L’obiettivo è quello di ripopolare piccoli Comuni del Sud e destinare le eventuali entrate all'istituzione di poli universitari tecnico scientifici nel Mezzogiorno.

Una sorta di operazione di marketing fiscale, la cui efficacia è tutta da verificare e sulla quale ci permettiamo di avanzare riserve, basate su alcune considerazioni concrete e su qualche dato.

Intanto la proposta non è concorrenziale perché in Portogallo non si paga alcuna tassa (e non il 7%) per 10 anni (e non solo per 5), con l’obbligo di risiedere solo 183 giorni, in pratica 6 mesi l’anno e non 12 come la proposta della Lega.

Altro elemento da considerare: perché un pensionato del Nord (sono per lo più i5 settentrionali quelli emigrati all’estero) per vivere meglio e non farsi tassare la pensione, dovrebbe tornare in Italia e per di più al Sud? Solo per le bellezze del Mezzogiorno? L’avrebbe fatto prima senza puntare alle Canerie. Quale convenienza avrebbe, soprattutto in un paesino inferiore ai 20mila abitanti? Servizi più efficienti? Improbabile. Trasporti più veloci e capillari? Impensabile. Ritorno alle radici? Impossibile, meglio tornare ai paesi di origine dove ci sono ancora ricordi e affetti, che trapiantarsi a 70 anni in una zona nuova con tante incognite e poco entusiasmo. E se dopo si dovesse pentire? Tornerebbe indietro in Portogallo, come se ad età avanzata, traslocare e cambiare vita sia facile come a 20 anni?

Forse Salvini avrebbe dovuto pensare prima a dotare il Mezzogiorno di infrastrutture, trasporti in primis che sono essenziali per le persone anziane e poi di servizi adeguati, per rendere appetibile la scelta, altrimenti questa alternativa potrebbe apparire più una “costrizione” che una opzione.

Ammenoché il governo non pensi di trasformare le aree depresse del Sud in zone più appetibili anche dal punto di vista dello sviluppo economico, visto che le risorse di queste entrate fiscali sono destinate alle università e ai giovani ricercatori del Meridione. Un’ipotesi molto lontana dalla realtà e dal leader della Lega più propenso a favorire gli interessi del Nord, vedi l’autonomia del Veneto.

Per non parlare, poi, di pensionati di Paesi stranieri ad elevato sviluppo che, per godere di un vantaggio fiscale, ma a servizi zero, dovrebbero scegliere di finire i propri anni al Sud Italia portando in dote i loro redditi per una… migliore qualità della vita (ma non erano tutte al Nord le città dove si vive meglio in Italia?).

Inoltre per godere del regime fiscale agevolato, il pensionato dovrebbe aver trascorso fuori dal Paese gli ultimi 5 anni, quando magari si è ormai stabilizzato e di colpo, a 70 anni, dovrebbe cambiar vita trasferendosi in Calabria, per un 7% che durerebbe sicuramente solo pochi anni. Chi darebbe garanzie diverse, che fra qualche non sia costretto dalla realtà a cambiare idea e quindi a tornare indietro?

L’obiettivo della Lega di sostenere la domanda interna del Sud e contrastare lo spopolamento dei piccoli centri del Mezzogiorno, spingendo anche i giovani a non abbandonare le loro terre per cercare lavoro in loco, grazie a denaro generato dai pensionati (solo gli italiani espatriati con la pensione maturata in Italia, ma incassata al lordo all’estero sarebbero circa 60mila), ci sembra quantomeno ridicola o fuori dalla realtà. Un altro modo per prendere in giro il Sud.

Insomma, trasformare il Mezzogiorno in una grande casa di riposo per creare sviluppo, appare più un soggetto per un film tipo “Benvenuti al Sud” che una strategia economica. L’unico probabile sviluppo sarebbe quello dell’incremento delle aree cimiteriali dei piccoli centri: “Vieni a morire al Sud”.

Dalla flat tax alla flop tax.

La Gazzetta del Mezzogiorno – 1ª pagina – 28.12.2018

Felice de Sanctis
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