Turismo, gli itinerari in autostrada
L’INTERVISTA. Parla un barese «di successo» Francesco Delzio. «Sei un Paese meraviglioso», informazioni utili in 100 aree di servizio di tutta Italia
15/05/2014

 FELICE DE SANCTIS

Le autostrade italiane si sono arricchite di quadri con tanto di cornice dorata come nei migliori salotti di casa: un modo efficace di comunicare qualcosa di prezioso ma allo stesso tempo familiare, come il nostro territorio.

Sei in un paese meraviglioso. Scoprilo con noi” è il messaggio on the road dell’iniziativa di marketing territoriale che Autostrade per l’Italia lancia ad automobilisti e motociclisti per offrire loro esperienze di viaggio originali e coinvolgenti e per promuovere il turismo di qualità, valorizzando lo straordinario patrimonio artistico, storico, ambientale ed enogastronomico italiano. Un progetto suggestivo che mette in mostra realtà poco conosciute e comunque non sempre segnalate negli itinerari tradizionali.

Le aree di servizio diventano così le grandi vetrine di queste “experience

di viaggio, calibrate in base al tempo disponibile dei clienti delle autostrade 3 ore, mezza giornata, 1 giorno o 2 giorni, proponendo itinerari nelle aree circostanti, ideati in collaborazione con Touring Club Italiano e Slow Food Italia. Non mancano altri strumenti multimediali per offrire un servizio turistico in piena regola, che va dalla indicazione dell’itinerario alla descrizione del luogo, della sua storia fino ai suggerimenti di ristoranti e trattorie dove fermarsi a mangiare.

L’iniziativa “Sei in un Paese meraviglioso” che verrà estesa su 100 Aree di Servizio, dislocate su tutta la rete di Autostrade per l’Italia, viene raccontata alla Gazzetta da un pugliese doc Francesco Delzio, 40 anni, manager, scrittore docente universitario, nato a Bari e vissuto a Barletta fino a quando ha deciso il gran salto nella Capitale, dove ricopre l’incarico di direttore relazioni esterne, affari istituzionali e marketing di Autostrade per l'Italia.

Per la Puglia oltre all’area di servizio di “Canne della Battaglia ovest”, Delzio ci preannuncia in anteprima la realizzazione di altre due “vetrine”

sul territorio, che verranno attivate entro giugno: “Dolmen di Bisceglie est”, dirimpettaia di quella di Canne, e “Le Fonti ovest” all’altezza di Acquaviva delle Fonti che permetterà di visitare, tra le altre, le gravine di Ginosa, le grotte di Castellana, Mottola con le sue Grotte di Dio.

Come è stata accolta questa iniziativa, ha avuto un ritorno del livello di soddisfazione?

«Certamente, ho registrato l’entusiasmo delle regioni e soprattutto dei sindaci dei Comuni interessati – dice Delzio - che hanno visto accendersi l’interesse degli automobilisti per questa iniziativa, peraltro totalmente gratuita».

Autostrade per l’Italia è impegnata come sponsor del Giro d’Italia che attraversa la Puglia. Qual è il significato di questa collaborazione oramai tradizionale?

«Siamo al terzo anno per noi e in questo progetto ci accomunano due

caratteristiche: noi e il Giro arriviamo entrambi su gran parte del territorio nazionale e connettiamo tutti i territori fra di loro. Di qui una serie di iniziative promosse da Autostrade: il premio traguardo volante molto particolare costituito dal cosiddetto “Vaso inferno” realizzato dai detenuti di Rebibbia con catene e rocchetti delle biciclette.

Poi abbiamo un'altra iniziativa molto importante: premiamo gli eroi della polizia stradale che, con atti di grande coraggio, hanno salvato vite umane sull’autostrada. E poi, per il primo anno, leghiamo le tappe del Giro d’Italia alle aree di servizio di “Sei in un paese meraviglioso”. C’è anche un camper che segue i ciclisti ed è presente alle tappe di partenza e arrivo, per raccontare a turisti e appassionati la bellezza del territorio circostante, che noi valorizziamo».

Il Sud soffre del problema dei trasporti e trasporti vuol dire progresso e sviluppo. Come superare questo gap che sembra una maledizione?

«Il Sud rischia di essere tagliato fuori dai flussi di traffico aereo e ferroviario, per una scarsa dotazione esistente. Ecco perché sposo pienamente la Campagna della Gazzetta del Mezzogiorno per il raddoppio della rete ferroviaria Termoli-Lesina e l’alta velocità Bari-Napoli, perché rappresenta un’opera strategica non solo per la connessione del Sud all’Europa, ma anche per la crescita dei flussi turistici nel Mezzogiorno. Invece la dotazione autostradale della Puglia fino a Taranto può considerarsi buona ed efficiente, come lo è per la Campania fino a Salerno. La Salerno- Reggio Calabria ha i problemi che conosciamo ma, come è noto, non è gestita da noi».

Lei appartiene alla generazione dei quarantenni e si fa promotore anche con la sua associazione “La Scossa” di una maggiore presenza dei giovani nelle stanze dei bottoni e incoraggia i suoi coetanei a reagire come ha fatto col suo fortunato pamphlet Generazione Tuareg col quale criticava il "deserto" di opportunità e di valori in cui sono stati esiliati i giovani italiani, questa generazione nomade.

«Sono nato e cresciuto al Sud, ma ho potuto raggiungere certi miei obiettivi perché, come molti miei coetanei, sono fuggito dal Sud. La prima lezione per chi nasce a Bari è che deve avere una scintilla dentro, una capacità di guardare il mondo con occhi globali anche se si nasce in un paesino sperduto. La mia generazione e soprattutto quella successiva hanno avuto una grandissima possibilità che non aveva chi ci ha preceduto, quella di poter essere connessi al mondo attraverso la tv, internet e i social media dove attingere informazioni, idee, esempi. Si possono così superare tanti gap di possibilità di lavoro, di infrastrutture, di situazioni sociali anche molto arretrate e avere una chance: conoscere il mondo anche da un paesino sperduto del Sud e andare a formarsi là dove il lavoro si trova. La generazione tuareg può così sfruttare a proprio vantaggio il villaggio globale arricchendosi di competenze ed esperienze».

Non crede poi che il Sud si impoverisca con la fuga dei cervelli e dei talenti?

«La sfida è quella di tornare con grandissimo coraggio per diffondere al Sud una serie di virus positivi che troppo spesso sono mancati, come competenze manageriali, voglia di un sano rischio d'impresa e capacità di saltare tutte le intermediazioni tipiche del Mezzogiorno. Negli ultimi 10 anni in particolar modo ci sono stati giovani che sono tornati e hanno creato bellissime attività imprenditoriali».

Lei che ha avuto successo, quale messaggio lancia ai giovani del Mezzogiorno?

«Un messaggio ai ragazzi del Sud prima: piangersi addosso non serve a nulla né pretendere dallo Stato o dalla famiglia un lavoro che arrivi dall'alto. Quest'epoca è definitivamente tramontata. Sono anni questi che richiedono una terribile voglia di mettersi sul mercato e di cercare di costruire qualcosa da zero. Bisogna guardare il mondo con occhi globali. Ma resta il problema Paese perché si continua ancora a non investire al Sud, senza attivare politiche industriali, infrastrutturali e turistiche che darebbero grandissime possibilità e opportunità perché al Sud si possono avere talenti e cervelli a costi più bassi, asset turistici meravigliosi, per sfruttare un territorio che possiede ricchezze naturali che altre zone al mondo non hanno. Manca, però, una volontà di sistema, non ci sono connessioni fra università e imprese ad alto valore aggiunto, che potrebbero rendere più attraenti gli investimenti. L’Etna Valley non deve restare un caso isolato, molte altre aree potrebbero percorrere la stessa strada. L'altra grande ricchezza del Sud, almeno potenzialmente, è il turismo di qualità. Se si pensa a milioni di cinesi, indiani, e russi - la nuova borghesia dell’Est - che oggi inizia a visitare il mondo e a cercare quality of life, spesso non transitando per l’Italia, si capisce il nostro ritardo strategico. Eppure qui potrebbero trovare quella natura, gastronomia e qualità della vita che cercano e che solo il Sud può offrire. Ecco perché serve una grande operazione di sistema che finora non è stata messa in atto, per creare possibilità di lavoro al Sud».

Ovviamente le piace il governo Renzi e la generazione dei trentenni e quarantenni oggi al potere?

«Il governo Renzi rappresenta una grandissima opportunità  per i quarantenni. La mia generazione negli ultimi 15 anni ha vissuto forte della voglia di cambiare il mondo con idee e proposte innovative, ma senza la possibilità di farlo come se fosse prigioniera di una bolla perché  la politica e partiti morti respingevano questa possibilità e non valorizzavano le nuove energie. Renzi ha dato un segnale fortissimo di rinnovamento al Paese, alla politica e al mondo. Ora la mia generazione non ha più alibi. È la generazione al potere e ha l’opportunità di cambiare l’Italia e deve farlo con grande spirito civile. Ecco perché questo governo non va frenato, ma incoraggiato, se si vuole veramente cambiare».

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La Gazzetta del Mezzogiorno – 15.5.2014

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