Un bollo auto “pazzo”, sanzioni non dovute
ESCLUSIVO / Ciccate sul sito del ministero delle Finanze
19/01/2000 11:04:00
"Qui autobollo, più sicuro, più facile", è lo slogan del sito Internet del ministero delle Finanze, che permette a tutti di calcolare l'importo del bollo auto senza problemi. Basta digitare il proprio numero di targa e in un batter di ciglia ti appare la scheda della tua auto con tanto di categoria, potenza in kw, cavalli fiscali, cilindrata e perfino la data di immatricolazione. A seguire si leggono i "dati relativi al pagamento" e qui cominciano le sorprese: accanto alla "tassa dovuta" compaiono gli interessi e le sanzioni "dovute". La cosa può apparire normale: chi ha pagato in ritardo, in base a quanto previsto dal decreto ministeriale, se il versamento avviene entro 30 giorni dalla scadenza del termine utile per il pagamento dovrà aggiungere una sanzione pari al 3,75% della tassa medesima, più gli interessi legali giornalieri pari allo 0,0068% e dopo il trentesimo giorno la somma cresce con una sanzione pari al 5% della tassa più gli interessi legali giornalieri pari allo 0,007%, mentre ritardando di un anno si arriva al 30% della tassa più gli interessi moratori pari al 2,5% annuo (a decorrere dal primo gennaio 1999). In realtà se si prova a cercare l'importo della propria autovettura, si scopre che, in molti casi, sanzioni e interessi sono state applicati anche a chi ha pagato puntualmente. Il cronista ha fatto una verifica tra i colleghi, inserendo i numeri di targa di una decina di vetture. Il risultato è stato clamoroso: a tutti erano stati applicate sanzioni e interessi, malgrado avessero pagato puntualmente. Provare per credere. Basta digitare l'indirizzo internet http://dnsfinanze.interbusiness.it/bollo/index.htm e digitare il proprio numero di targa, apparirà la scheda del vostro veicolo e, probabilmente, sanzioni e tasse "dovute", secondo il ministero delle Finanze. Cosa è successo: il ministero non ha aggiornato il sito? sono stati forniti dati errati al computer? è impazzito il computer? Mistero. A conferma del nostro "sospetto" di errore, che rischia, però di costare decine di mila lire in più ai malcapitati contribuenti che vanno a pagare sulla base dei calcoli fatti dal ministero su internet, riproduciamo il bollettino di pagamento della Lottomatica di un automobilista (del quale abbiamo coperto la targa). Questo signore ha pagato lo scorso anno, in data 16 febbraio '99, il bollo presso una tabaccheria per un importo di £. 275.000 più i diritti di 3mila lire. Nella ricevuta, alle voci "sanzioni" e "interessi" è indicato l'importo 0. Abbiamo provato a inserire la stessa targa nel sito del "bollo facile" del ministero delle Finanze. Risultato: il malcapitato signore, per il rinnovo annuale del bollo, dovrà versare oltre alle 275mila lire, anche 6.085 lire di interessi "dovuti" e 13.750 lire di sanzioni "dovute", che porta il totale a 294.900 lire. Se il signore in questione si reca in questi giorni a pagare il bollo alla Lottomatica, collegata al ministero delle Finanze, si troverà un aggravio di 19.835 lire non dovute. Se la stessa cosa faranno tutti coloro che utilizzano internet per conoscere l'importo del bollo, il ministero delle Finanze avrà introitato qualche miliardo non dovuto. Come rimedierà il ministro Visco a questo che si annuncia come "bollo pazzo"? Quando verranno restituite le somme agli ignari contribuenti, ai quali andrebbero riconosciuti al pari del fisco, anche gli interessi, questa volta veramente dovuti. Cosa può essere successo? In attesa che il ministero fornisca una spiegazione ufficiale, potremmo azzardare un'ipotesi: lo scorso anno ci fu lo slittamento a febbraio '99 di tutti i pagamenti in scadenza a dicembre '98 (da pagare entro gennaio '99). Evidentemente qualche funzionario distratto ha dimenticato questa proroga e non ha "informato" il computer della variazione, per cui il "cervellone" (in realtà è scemo) ha calcolato sanzioni e interessi. Insomma, un bel pasticcio. Bollo pazzo è in agguato: "più sicuro, più facile, più caro". Lo slogan va aggiornato. La Gazzetta del Mezzogiorno 1ª - 19.1.2000
Felice de Sanctis
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